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ETNA, I FRUTTI STRAORDINARI DEL VULCANO

Il vulcano in provincia di Catania tra i più affascinanti ed emblematici  dell’intero pianeta è dal 2013 Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Dai terreni circostanti arrivano prodotti preziosi, apprezzati in Italia e nel mondo  

 

Un mondo a sé, un luogo dai colori unici, talvolta dall’aspetto lunare, ricco di contrasti e di persino di effetti speciali. L’Etna, nella provincia di Catania, è una Sicilia a parte, un luogo fatto di molte realtà, dalle bizze del vulcano che periodicamente dà spettacolo con i suoi getti di lava, ai paesaggi rurali ricchi di vigneti, di agrumeti, di fichidindia e di orti, di piccoli borghi che da secoli hanno imparato a convivere con i capricci del Mongibello, come lo chiamano i catanesi, ma che dalla “montagna”, altro nome locale dell’Etna, hanno saputo ricavare frutti preziosi.

TANTI LUOGHI DIVERSI

Il plurimellenario “Castagno dei cento cavalli” che si trova nel parco dell’Etna
Uno dei pinnacoli del Mungibeddu (Mongibello) come i locali chiamano l’Etna

Un viaggio sull’Etna e intorno al vulcano è un’esperienza speciale. Il territorio presenta aspetti molto differenti. Coltivato fino ai 1000 metri dal livello del mare e fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo sul lato occidentale dove predominano le “sciare“, specie nel versante nord. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce, il versante nord con il predominio dei boschi al di sopra di Linguaglossa. Il versante est è dominato dall’aspetto inquietante della Valle del Bove sui margini della quale si inerpicano fitti boschi.

Ci sono paesini con caratteristiche uniche, come Sant’Alfio che ospita il celebre Castagno dei cento cavalli, considerato il più famoso e grande d’Italia e oggetto di uno dei più antichi atti di tutela naturalistica in Sicilia, studiato da diversi botanici e visitato da molti personaggi illustri in epoche passate. La sua storia si fonde con la leggenda di una misteriosa regina e di cento cavalieri con i loro destrieri, che, si narra, vi trovarono riparo da un temporale.

VINO E FRUTTA

Ma se i vini dell’Etna, coltivati spesso in condizioni difficilissime, con viti basse e abbarbicate sui fianchi del Mongibello, rappresentano un gioiello nella produzione siciliana, non sono da meno gli agrumi che, grazie alla capacità di dinamiche aziende locali, si stanno facendo sempre più conoscere sul mercato diventando ambasciatori del territorio dell’Etna. Una di queste è Oranfrizer  diventata parte integrante del gruppo internazionale Unifrutti, che continua a coltivare il suo futuro in Sicilia, nella più fruttuosa isola del Mediterraneo.

L’arancia rossa uno dei prodotti più importanti di Oranfrizer

Il suo core business è l’arancia rossa affiancata dagli altri pregiati agrumi che maturano nella piana di Catania dominata dall’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Agli agrumi si aggiungono le spremute 100% NFC (not from concentrate) e tanti altri frutti e orticoli provenienti solo ed esclusivamente da territori vocati come Siracusa, Pachino, Mazzarrone, Leonforte.

L’arancia, fonte naturale di vitamina C, è sempre più ricercata, nel 2020 e nel 2021 è stata in cima alla lista della spesa dei consumatori. L’anno scorso, l’arancia si è piazzata al secondo posto nella classifica dei frutti più acquistati in Italia, sfiorando le 480.000 tonnellate.

Gli agrumeti della piana di Catania dominata dall’Etna conferiscono poi un bellissimo aspetto al paesaggio e contribuiscono a conservarne le peculiarità naturali. L’agricoltura qui dà un’impronta di bellezza al paesaggio, con il verde intenso delle foglie che contrasta con l’arancio e il giallo oro dei frutti. E il microclima di quest’area conferisce alla frutta il suo intenso colore rosso, veicolo delle antocianine che sono potenti antiossidanti per l’organismo. Una vera iniezione di salute, oltre che di gusto intenso.

IL FICODINDIA

Oranfrizer ha presentato i suoi prodotti alla recente edizione di Cibus a Parma dove la Sicilia e l’Etna erano rappresentati da aziende specializzate nelle coltivazioni di frutta. In quest’ambito è stato presentato sotto il marchio La Deliziosa, un’organizzazione di produttori, anche il ficodindia dell’Etna dop un prodotto originario del Messico che venne portato in Sicilia dopo la scoperta dell’America. Qui trovò il suo ambiente ideale per proliferare e nei secoli è diventato uno dei simboli della terra siciliana.

il Ficodindia, un frutto ricco di qualità: fresco, succoso e dalla consistenza croccante

Pianta della famiglia delle Cactacee, l’Opuntia ficus indica è una pianta molto resistente, che si adatta a climi anche molto aridi. Le varietà che si coltivano sull’Etna sono tre, rossa, gialla e bianca, tutte con pola molto dolce e una diversa presenza di semi. La produzione è ancora molto tradizionale e la raccolta è fatta esclusivamente a mano, con tutte le precauzioni del caso, visto che le spine del frutto sono tante e insidiose.

Pera coscia dell’Etna che viene coltivata alle pendici del grande vulcano

I fichidindia sono un concentrato di energia e benessere, hanno poche calorie e un’alta concentrazione di vitamine e Sali minerali che li rendono un ottimo alleato nel contrasto all’osteoporosi e al colesterolo, grazie al grande apporto di fibre. Il succo, squisito, è forse il modo più facile per gustarsi questo dono della natura, ma il frutto è ottimo anche al naturale o per insolite insalate.

La Deliziosa si è specializzata anche in altri frutti coltivati nella zona dell’Etna. Oltre alle classiche arance. Moro, Tarocco e Sanguinello, coltiva le pere coscia dell’Etna, l’uva Vittoria e le pesche di Leonforte igp, che hanno la caratteristica di venire insacchettate una per una ancora in fase di maturazione sulla pianta per evitarne l’aggressione da parte dei parassiti e degli agenti atmosferici. Veri gioielli della natura.

 

Elena Cardinali

Sono nata a Verona nel 1958 ed ho lavorato come giornalista professionista nel giornale "L'Arena" di Verona dal 1982 al 2019. Nell’ultimo decennio della mia carriera professionale mi sono in particolare occupata del patrimonio storico e artistico di Verona. Al di fuori dell’impegno professionale, nonostante i tempi molto ridotti, ho portato avanti l’impegno di console a Verona del Touring Club Italiano, organizzando visite in luoghi storici della città, sempre con l’idea di allargare ad una più vasta platea la conoscenza del capoluogo scaligero. Sono stata insignita del Premio Giulietta 2020 alla donna e alla carriera, organizzato da Luce Arts Workshop con il patrocinio del Comune di Verona.