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AL MUSEO REVOLTELLA DI TRIESTE “VINCENT VAN GOGH”

Dal 22 febbraio al 30 giugno 2024 il Museo Revoltella di Trieste ospita una straordinaria mostra dedicata a Vincent Van Gogh.

Oltre 50 capolavori dell’artista più amato dal pubblico di tutto il mondo – tra cui le opere iconiche quali “L’Arlesiana (da Gauguin)”, “Ritratto di uomo (Ritratto di Joseph-Michel Ginoux)”, “Il Seminatore” e “il Giardiniere” – saranno esposti a Trieste, in quella che si preannuncia essere, ancora una volta dopo il grande successo a Roma, la “mostra dei record”.

Ideata e prodotta da Arthemisia, la mostra – curata dalla Prof.ssa Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti – è organizzata con il Comune di Trieste, in collaborazione con il Museo Kröller-Müller di Otterlo e l’eccezionale presenza della Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.
La mostra vedrà anche, in via del tutto straordinaria, il ricongiungimento dei due coniugi Ginoux.

Vincent van Gogh,
L’Arlesiana (da Gauguin) 1890.
Olio su tela, 60×50 cm.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.
Foto Schiavinotto

Vincent van Gogh, Ritratto di uomo
(Ritratto di Joseph-Michel Ginoux), ottobre-dicembre 1888.
Olio su tela 65,3×54,4 cm.
© Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherland

Roberto Dipiazza Sindaco di Trieste
Continua a Trieste la stagione delle grandi mostre che hanno animato con grande profitto e notevole riscontro di visitatori le nostre numerose istituzioni museali e la nostra città negli ultimi anni.
Dopo i Macchiaioli, gli Impressionisti e Antonio Ligabue, ora al Museo Revoltella apre una straordinaria mostra dedicata all’artista più amato di ogni tempo, Vincent van Gogh, che nell’immaginario collettivo rappresenta l’artista moderno per eccellenza. Sono certo che la storia e l’opera di questo straordinario maestro che ha saputo contrapporre al dolore e al profondo disagio interiore il coraggio e la forza del suo linguaggio artistico, davvero unico e inconfondibile nella sua tormentata espressività, non mancheranno di emozionare e sorprendere il pubblico.

Vincent van Gogh, il pittore maledetto che identifica completamente la sua arte con la sua vita, vivendo l’una e l’altra con profonda drammaticità.
Un genio immortale, una delle figure più ammirate della storia dell’arte ma anche una tra le più tormentate.
L’artista che muore solo e disperato, per essere glorificato solo dopo la morte.Quella di Vincent van Gogh non è stata una vita facile, eppure il suo genio gli ha permesso di produrre circa 1000 disegni, circa 850 dipinti, 150 acquerelli e 133 schizzi su lettera, in appena una decina d’anni, che hanno operato una profonda rivoluzione nella cultura artistica europea. Quella che viene presentata a Trieste è la cosiddetta “mostra dei record”, visitata in pochi mesi da 600.000 persone a Roma.

La mostra è costituita da un nucleo molto significativo di opere provenienti dal prestigioso Kröller-Müller Museum di Otterlo, arricchite dalle due straordinarie tele di Van Gogh della Galleria Nazionale di Roma: L’Arlesiana (da Gauguin) e Il Giardiniere, noto anche con il titolo di Contadino.
La presenza dell’Arlesiana della Galleria Nazionale insieme al ritratto di Joseph-Michel Ginoux del Kröller-Müller Museum di Otterlo offrirà l’eccezionale occasione per vedere riuniti i ritratti dei coniugi Ginoux, gestori del Café de la Gare, ad Arles, dove Van Gogh consumava quotidianamente i pasti, diventando presto loro amico.
Un’opportunità per catapultare i visitatori negli anni segnati dall’immersione nella luce e nel calore del sud che, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi coloristici e voluttà di penetrazione dell’elemento naturale, mentre i grandi paesaggi dispiegano un nuovo fulgore e l’originalità cromatica e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura.

L’esposizione documenta l’intero percorso del pittore includendo anche un nutrito numero di disegni perché, come scriveva lo stesso Van Gogh, “Il disegno è l’origine di tutto” e nessuna esplorazione della vita e dell’opera di questo artista sarebbe completa senza uno sguardo ai suoi molti, incredibili disegni, tutt’altro che meri strumenti per la preparazione di più ambiziose opere su tela.
Come diceva lui stesso, disegnare vuol dire “lavorare attraverso un invisibile muro di ferro che sembra separare ciò che si sente da ciò che si è in grado di fare. È necessario indebolire questo muro, erodendolo a poco a poco con costanza e pazienza”.

Giorgio Rossi – Assessore alle Politiche della Cultura e del Turismo Comune di Trieste
Fin dal suo esordio, il nuovo anno riserva alla nostra città una prospettiva artistica e culturale decisamente entusiasmante e inedita, poiché la mostra dedicata a Vincent van Gogh, che il Museo Revoltella ospiterà fino all’inizio della stagione estiva, costituisce una significativa opportunità per tutti di avvicinarsi all’arte di uno dei maggiori protagonisti del panorama internazionale d’epoca moderna.
Attraverso una interessante selezione di dipinti e un considerevole numero di disegni, provenienti dalle raccolte del Kröller-Müller Museum di Otterlo, che possiede una delle collezioni più complete del grande artista, dinanzi ai nostri occhi si svelerà l’irripetibile e trasognato mondo del pittore
olandese, di cui la natura e l’uomo furono i principali motivi d’ispirazione, mirabilmente interpretati attraverso un linguaggio appassionato, vigoroso e inconfondibile.
“Non è forse l’emozione, la sincerità del sentimento della natura a guidarci?” – scrive infatti Van Gogh al fratello Theo nel 1888, disquisendo sulla natura come “musa” – “Le pennellate vengono fuori con una sequenza e una concatenazione tra loro come le parole di un discorso o in una lettera.”
E soffermandosi sull’importanza del ritratto, quale genere artistico privilegiato per lui, che si immortalò in numerosi e travolgenti “autoritratti”, così scrive alla sorella Willemien nell’anno della sua scomparsa (1890): “Vorrei fare dei ritratti che tra un secolo, alla gente di quel tempo,
sembreranno delle apparizioni. Non cerco la somiglianza fotografica, ma un’espressione appassionata”.

Benno Tempel – Direttore del Kröller-Müller Museum
Nell’arco di una vita relativamente breve, Vincent van Gogh lavorò come artista per soli dieci anni. A partire dal 1880 cercò rapidamente di carpire i misteri del disegno e successivamente, dal 1882, della pittura. Quando morì, nel 1890, lasciò circa 850 dipinti e un migliaio di opere su carta: una produzione straordinariamente ricca. Questa mostra e il catalogo seguono la vicenda artistica di Van Gogh dagli esordi fino ai suoi ultimi giorni.

L’artista olandese è uno dei più famosi pittori mai esistiti. Grazie alle sue numerose lettere, possiamo seguirlo nel suo percorso, vedere da vicino la sua battaglia di artista e di uomo. E, sebbene non ci siano rimaste fotografie di Vincent artista, i suoi autoritratti e le sue lettere ci trasmettono la sensazione di conoscere l’uomo.

Questa mostra riunisce opere appartenenti alle diverse fasi della carriera di Van Gogh. Partendo dai Paesi Bassi, nelle città dell’Aia e di Nuenen, possiamo seguire Vincent nel suo cammino verso la Francia, dove operò a Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise. Sebbene questa ampia panoramica non formi una retrospettiva, essa offre ai visitatori la possibilità di conoscerne a fondo il protagonista. La presenza in mostra di opere realizzate in momenti diversi ci permette di osservarne i cambiamenti.

L’attenzione di Van Gogh per le persone e la sua capacità di identificarsi con i poveri si riflettono nei suoi soggetti. Questo coinvolgimento nei temi trattati è visibile in tutta la sua opera. Il suo modo di disegnare e dipingere, d’altra parte, cambiò radicalmente in un breve lasso di tempo. All’inizio utilizzava una tavolozza scura, composta perlopiù da toni bruni: anche questo spiega il fortissimo impatto che ebbero su di lui i dipinti pieni di colori degli impressionisti francesi. In questa mostra si possono trovare molti dei primi disegni, che evidenziano il cambiamento a favore dei toni vivaci nei dipinti realizzati in Francia.

Le mostre su Vincent van Gogh non sono mai facili da realizzare. Il Kröller-Müller Museum di Otterlo ospita una delle più grandi collezioni di Van Gogh al mondo. Il pubblico italiano potrà comprendere meglio l’opera e la vita dell’artista olandese attraverso i disegni e i dipinti che il museo ha messo a disposizione per questa mostra triestina: tutti insieme compongono una esposizione ricca di spunti che ci guida attraverso le diverse fasi della parabola creativa di uno degli artisti più affascinanti dell’epoca moderna.

Realizzare questa mostra è stato un piacere: un evento che sarebbe stato impossibile senza la forza propulsiva degli organizzatori. Desidero ringraziarli, insieme con il team del Museo Revoltella, per la splendida collaborazione.

Iole Siena – Presidente Gruppo Arthemisia
Sembrava impossibile.
Portare le opere di Van Gogh a Trieste? Nemmeno a pensarci! Non c’è una sede idonea, costa troppo, i musei non presteranno mai, non ci sono precedenti di mostre di questa portata, come facciamo a portare a Trieste tanta gente. Dubbi più che ragionevoli, soprattutto quando abbiamo iniziato la nostra avventura triestina nel 2019, scommettendo su una città metaforicamente e geograficamente “lontana”, che non aveva una tradizione di grandi mostre e che non esisteva nella geografia del turismo culturale.

Eppure. Eppure ci siamo, cinquanta capolavori di Van Gogh sono a Trieste, due tra i più importanti musei del mondo hanno acconsentito a realizzare questa grande mostra, i telefoni squillano di continuo per le prenotazioni, il Museo Revoltella sta scrivendo una pagina che resterà nella storia della città. La mostra di Van Gogh a Trieste è la prova concreta che, quando le cose si vogliono fare, si fanno. E si fanno perché ci sono delle persone che ci credono, che sognano e si impegnano a far succedere le cose, anche quando devono combattere contro quel nemico terribile e temibile che è la solitudine dei visionari.

Giorgio Rossi è forse la persona più testarda che abbia incrociato sulla strada della vita. Quando l’ho incontrato la prima volta mi ha travolto con la sua energia; demoliva ogni progetto che gli presentavo con battute sarcastiche (“i mezzi impressionisti”, “le croste che porti qui a Trieste”, “vendi frigoriferi agli eschimesi”), salvo poi inaugurare quella stessa esposizione, pochi mesi dopo, con una serietà e una professionalità raramente riscontrate.

Intanto Trieste, in questi cinque anni, si è trasformata in quello che non era: un punto di riferimento per le grandi mostre d’arte, con risultati sorprendenti che mi rendono orgogliosa del lavoro fatto: non c’era niente di scontato.

Van Gogh me lo ha chiesto forse già al primo incontro, un martello pneumatico. A nulla è valso cercare di scoraggiarlo, di distrarlo con altri nomi, di spaventarlo con costi altissimi. Niente, lo ha voluto a ogni costo, ed eccoci qui, affannati e felici come quando si arriva sulla cima di una montagna che sembrava impossibile scalare, guardando un orizzonte lontano con la consapevolezza di aver realizzato una grande impresa.

Grazie Giorgio, e grazie a tutti i compagni di questo fantastico viaggio.

04_KM 107.656 RKG©Collection Kröller-Müller Museum
05_Pini al tramonto
06_Donne che trasportano sacchi di carbone nella neve

Dal 22 febbraio 2024 il Comune di Trieste e Arthemisia presenteranno al Museo Revoltella una straordinaria mostra dedicata all’artista più amato di ogni tempo, Vincent van Gogh.
Quella che viene presentata a Trieste è la cosiddetta “mostra dei record”, visitata in pochi mesi da 600.000 visitatori a Roma.
La mostra sarà arricchita da una presenza speciale: i due ritratti di Monsieur e Madame Ginoux (i proprietari del Café de la Gare di Arles frequentato da Van Gogh), realizzati nel 1890 e conservati rispettivamente l’uno presso il Kröller-Müller Museum di Otterlo – prestatore di quasi tutte le opere presenti in mostra – e l’altra alla Galleria Nazionale di Roma, a cui si deve anche il prestito di un’altra opera di grande bellezza: il Giardiniere.
Vincent van Gogh (Zundert, 30 marzo 1853 – Auvers-sur-Oise, 29 luglio 1890) ebbe una vita tormentata – come sottolineato da un’indagine di Maria Teresa Benedetti sulla scia di studiosi come Massimo Recalcati, nostro contemporaneo e altri più storici come Jasper, Bataille, Artaud e Testori -, trascorsa sul filo della pazzia, inquieta ed errabonda, fino al tragico finale che lo portò al suicidio ad appena 37 anni.
Come molti grandi artisti, la sua opera non fu compresa in vita ma oggi è l’artista più conosciuto al mondo, icona della storia dell’arte, amatissimo dal grande pubblico.
Nella mostra a Trieste – curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti e realizzata con la collaborazione del Museo Kröller-Müller di Otterlo – saranno esposti oltre 50 capolavori di Van Gogh, arricchiti da ampi apparati didattici, video, sale emozionanti e scenografiche e molto altro.
La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di PromoTurismo FVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau, con il contributo della Fondazione CRTrieste, è prodotta da Arthemisia e realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo.
La mostra vede come sponsor e mobility partner Trieste Trasporti S.p.A, sponsor Generali Valore Cultura, media partner la Repubblica e partner Caffè degli Specchi e Antico Ristorante Tommaseo.

08_Campo di grano sotto cielo nuvolo
07_Il burrone
09_Vecchio addolorato

Il catalogo è edito da Skira
In occasione della mostra su Van Gogh, con un unico biglietto d’ingresso si potrà visitare anche il bellissimo Museo Revoltella – Galleria d’arte moderna di Trieste che vanta una prestigiosa collezione: a partire dal ricchissimo lascito dell’omonimo barone Pasquale Revoltella – che ne fece la sua dimora fino al 1869 – fino alle più recenti acquisizioni di importanti esponenti dell’arte moderna e contemporanea.
È prevista, inoltre, una proposta promozionale a favore dei turisti denominata “Trieste ti regala le Grandi Mostre”. L’iniziativa mira a incentivare il turismo culturale in città grazie agli introiti dell’imposta di soggiorno: coloro che pernotteranno almeno due notti nelle strutture alberghiere convenzionate, riceveranno in omaggio la FVG Card – uno speciale pass che consente di scoprire il Friuli Venezia Giulia usufruendo di particolari vantaggi – che in questa particolare occasione consentirà l’ingresso gratuito ad entrambe le mostre in corso al Museo Revoltella “Van Gogh” e “Antonio Ligabue” (info su https://www.discover-trieste.it/Esperienze-e-pacchetti-turistici).
L’iniziativa è sostenuta da PromoTurismo FVG e dal Trieste Convention and Visitors Bureau.

10_Vecchio addolorato
13_I mangiatori di patate
14_Natura morta con piatto di cipolle

LA MOSTRA
L’esposizione, che documenta in ordine cronologico l’intero percorso del pittore, parte dal racconto approfondito dei primi cinque anni di attività dell’artista, soffermandosi sugli scuri paesaggi della sua giovinezza e sulle numerose figure dedite al lavoro della terra.
Gli anni che vanno dal 1881 al 1885 sono determinanti, contano più di quanto non appaia dalle opere stesse. Van Gogh si limita principalmente al disegno, è consapevole di dover avere pieno possesso degli strumenti tecnici per poter diventare un pittore, “non dovete pensare che io abbia messo da parte l’acquerello o la pittura. Certo che ci penso, ma il disegno è l’origine di tutto” e ancora “non ho mai rimpianto un solo istante il fatto di non aver cominciato subito facendo acquerelli e pittura. So per certo che arriverò se continuerò a lavorare nonostante le difficoltà, in modo che la mia mano non abbia incertezze nel disegno e nella prospettiva”.
Un nutrito numero di disegni è dedicato al tema dei seminatori, dei raccoglitori di patate, dei boscaioli e delle contadine dedite a mansioni domestiche. La grandezza dell’artista si rivela nell’espressività dei volti, negli atteggiamenti dei corpi, nella fatica intesa come ineluttabile destino.
Nei due anni del soggiorno parigino, 1886-1888, Vincent assorbe il clima artistico vitale della città, si lega ad artisti come Émile Bernard, Toulouse-Lautrec e Louis Anquetin. Definisce sé stesso e gli amici come gli artisti del Petit Boulevard, mentre riserva ai grandi protagonisti dell’Impressionismo
come Monet, Degas, Renoir, Sisley e Pissarro l’appellativo di artisti del Grand Boulevard.
Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista conquistando un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante, che si rende evidente dopo il trasferimento ad Arles.
L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1888, genera sconvolgimenti emotivi ancora maggiori, che lo portano verso eccessi cromatici, che con la forza del tratto, delle vibranti e violente pennellate, rendono la rappresentazione della natura un esempio unico nella storia dell’arte.
L’esilio volontario nella primavera del 1889 nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul de Mausole, vicino a Saint Remy sigla un periodo non sempre sereno ma artisticamente fecondo. L’arte di Van Gogh tocca vertici fino ad allora mai raggiunti, individuando nel rapporto con la natura e con gli esseri umani nuove forme di bellezza. Ecco, quindi, che torna l’immagine de Il Seminatore realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.
E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto.
Negli ultimi tre mesi trascorsi a Auvers-sur-Oise, pur oscurati da una nube sempre presente, Van Gogh produce un gran numero di opere.
A fine luglio 1890, Van Gogh decide di porre fine alla sua esistenza.

LE QUATTRO SEZIONI DELLA MOSTRA
– La prima “OLANDA”

– La seconda “PARIGI”

– La terza “ARLES”

– La quarta “Saint-Rémy-De-Provence e Auvers-Sur-Oise”

Informazioni e prenotazioni
T. +39 040 982781
didattica@arthemisia.it
www.arthemisia.it
www.discover-trieste.it
www.museorevoltella.it


21/02/2024  23:40:55 Nota stampa “arthemisia”

Natoconlavaligia Redazione

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