Museo Civico di Bologna compie 100 anni - Natoconlavaligia

Ultimo aggiornamento 14/01/2021
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Il Museo Civico d'Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini di Bologna compie 100 anni

Sabato 30 maggio 2020 la ricorrenza del primo secolo di storia per il museo fondato da Francesco Malaguzzi Valeri sull’esempio delle raccolte di arti applicate sorte in Europa nel XIX secolo.

Con l’intatto fascino di scrigno d’arte tra i più preziosi che la città di Bologna possa vantare, sabato 30 maggio 2020 il Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini raggiunge il traguardo del primo secolo di storia.
Ritornare  alle origini della fondazione di questo luogo, incastonato nel  seicentesco palazzo appartenuto alla celebre famiglia senatoria  Bargellini che con il suo profilo monumentale scolpisce l’incrocio tra  Piazza Aldrovandi e Strada Maggiore nel cuore del centro cittadino,  significa ripercorrere un tracciato museografico lineare, che nel corso  di cento anni non ha conosciuto significativi mutamenti di intenzioni  dalla volontà del suo demiurgo, l’archivista e museologo Francesco Malaguzzi Valeri (Reggio  Emilia, 1867 - Bologna, 1928). Ancora oggi, infatti, il visitatore che  si aggiri per le sale espositive può fruire in gran parte  dell’allestimento primigenio che l’ideatore aveva impresso ai due  distinti nuclei patrimoniali che compongono il museo – la raccolta  d’arti applicate e la celebre Quadreria Davia Bargellini – con  l’illusione di visitare un sontuoso appartamento arredato del Settecento  bolognese.
Studioso votato alla ricostruzione storica di opere e  monumenti, impegnato nella salvaguardia e nella tutela del patrimonio  artistico come funzionario di musei e soprintendenze, Malaguzzi Valeri  fu tra i primi, nel panorama italiano tra la fine dell’Ottocento e i  primi decenni del Novecento, ad avvertire il profondo nesso tra storia  della cultura e storia dell’arte. Nel 1916 inizia a elaborare l’idea di  istituire un “museo a sé delle arti decorative”, il primo con  tale connotazione a Bologna, sull’esempio delle raccolte museali di arti  industriali o arti applicate sorte in Europa nei decenni precedenti,  come il Kensington Museum di Londra (1851), l’Österreichisches Museum  für Kunst und Industrie di Vienna (1864) e, in Italia, il Museo  Artistico Municipale Industriale di Milano (1878).
Fin da subito  l’intento del fondatore si rivolge verso la raccolta in unico  contenitore di prodotti che si sono salvati da continue dispersioni.  Prende così avvio un’intensa attività di ricerca che lo porta a  scegliere e raccogliere in prima persona gli oggetti di alta qualità da  esporre in un nuovo progetto museografico fruibile almeno da un pubblico  di conoscitori d’arte.
Nella fase di elaborazione del progetto,  Malaguzzi Valeri è guidato da un principio metodologico che identifica i  musei di arti decorative come luoghi deputati all’apprendimento del gusto e delle tecniche artigianali e artistiche,  utili soprattutto per gli artisti decoratori, i maestri artigiani e gli  allievi delle scuole professionali che lamentano scarsità di modelli e  repertori d’invenzione a cui ispirarsi. Spazi quindi di raccolta delle  testimonianze prodotte in questo settore lungo l’arco della storia, da  ordinare senza tuttavia dover ottemperare al rigore esaustivo di un  allestimento cronologico o per tipologia.
Il complesso di  materiali che egli riesce ad aggregare per rappresentare l’arredo delle  case della ricca borghesia e della nobiltà bolognese di un tempo - dal  mobilio ai metalli, dai vetri alle ceramiche, dai tessuti ai legni  lavorati, dai cuoi alle terrecotte - confluisce all’interno di quattro  sale del Civico Museo d’Arte Industriale che viene inaugurato il 30  maggio 1920 al secondo piano di Palazzo Davia Bargellini, oggi come  allora proprietà dell’omonima Opera Pia.
Avverrà nel 1924 il  definitivo trasferimento in otto sale situate al piano terreno  dell’edificio, dove oltre alla raccolta d’arte applicata sono accolti  all’interno di un unico allestimento rievocativo “d’ambiente” i dipinti  della prestigiosa Quadreria Davia Bargellini, in quella peculiare  configurazione dei due nuclei patrimoniali originari fusi senza  soluzione di continuità che, ancora oggi, contraddistingue il museo.
La raccolta eterogenea di materiale si schiude allo sguardo dello spettatore come un’unica, vastissima, antologia di arti decorative:  ferri battuti; rami; bronzi ornamentali; cuoi impressi; chiavi;  finimenti; maniglie per mobili; significative raccolte di vetri  ceramiche; porcellane delle più importanti manifatture europee (Meissen,  Ludwigsburg, Frankenthal, Hochst); un nucleo di cere di altissima  qualità; campionari di carta da parati e da libri; stoffe e ricami;  ventagli; argenti; ritratti in miniatura; tabacchiere; orologi smaltati;  chiavette e quadranti a smalto di orologi dipinti a figurette (secoli  XVIII-XIX); una serie di modellini per mobili e sedie in miniatura  (secoli XVIII-XIX); statuaria  in miniatura da presepe dei secoli XVIII-XIX. Ai nuclei appena citati,  si può aggiungere un’ingente raccolta di preziose cornici intagliate e  dorate (XVI-XIX secolo), molte ancora nell’assetto d’origine, con i  corrispettivi dipinti.



Info
Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini

Strada Maggiore 44 | 40125 Bologna
Tel. +39 051 236708
museiarteantica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/arteantica
Facebook: Musei Civici d'Arte Antica
Twitter: @MuseiCiviciBolo
Informazioni su nuove modalità di accesso e misure di sicurezza per il contenimento della diffusione del COVID-19
http://www.museibologna.it/arteantica/documenti/102119
Orari di apertura
lunedì, mercoledì, giovedì chiuso
martedì, venerdì h 9.00-14.00
sabato, domenica h 10.00-18.30
martedì 2 giugno 2020 (Festa della Repubblica) h 10.00-18.30
Ingresso gratuito

Istituzione Bologna Musei
www.museibologna.it
Instagram @bolognamusei
   


28/05/2020
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