Consorzi: Pignoletto e Vini Colli bolognesi - Natoconlavaligia

Ultimo aggiornamento 28/06/2019
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Non solo food: la via emilia del vino al Vinitaly - Il pignoletto tra i vini in maggior crescita secondo i dati IRI 2016.

Se l’eccellenza gastronomica del cuore della regione emiliano-romagnola ha conquistato negli ultimi anni il cuore dei foodie di tutto il mondo, anche la qualità della sua tradizione enologica si sta definitivamente affermando, sia in Italia che all’estero.

Il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna, ente di tutela del Pignoletto DOC, e il Consorzio Vini Colli Bolognesi, che promuove la Colli Bolognesi Pignoletto DOCG, al vertice della piramide qualitativa, erano presenti alla 51ma edizione del Vinitaly, a Verona dal 9 al 12 aprile (Padiglione 1, Stand B10-C10), forti di nuove conferme: i dati IRI sulla vendita nella grande distribuzione durante il 2016, che saranno presentati ufficialmente durante la Fiera veronese, confermano infatti un ulteriore balzo in avanti per il Pignoletto, ponendolo tra i vini in maggior crescita, con ottime progressioni di vendita a volume. Un vino, dunque, che si è ormai definitivamente affrancato dal suo status di Cenerentola delle bollicine: stando ai dati IRI la vendita di Pignoletto DOC e DOCG sugli scaffali dei supermercati è infatti aumentata del 14%, per un volume totale di circa 33mila ettolitri ed un valore della produzione stimato in circa 13 milioni di euro.

Nelle campagne tra Modena e Faenza, area di produzione del Pignoletto DOC, nel corso del 2016 i quintali prodotti sono stati 155mila, con un aumento della superficie coltivata a Pignoletto di circa 200 ettari, segno inequivocabile dello stato di salute che il vitigno sta conoscendo negli ultimi anni, e dell’impegno costante dei produttori che stanno decisamente puntando sulla qualità.

Un trend in crescita del mercato interno che viene affiancato dal recente exploit nel Regno Unito, con i maggiori supermercati londinesi presi d’assalto per una frenetica caccia all’ultima bottiglia di Pignoletto, attesa dei dati export saranno resi noti a maggio.

Un risultato che fotografa i gusti degli italiani che si orientano sempre più sui bianchi frizzanti e prestano grande attenzione alla qualità, orientando i propri acquisti verso i vini a denominazione d’origine.

Un risultato ancor più positivo se confrontato con la generale contrazione dei consumi familiari, e che conforta i produttori di Pignoletto DOC e della Colli Bolognesi Pignoletto DOCG. Un grande banco espositivo e di assaggio dedicato al Pignoletto in tutte le sue declinazioni – dallo Spumante al Frizzante al fermo al meno noto Passito –per il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna, uno dei più giovani (costituitosi nel 2013) e dei più grandi d’Italia con i suoi 26 soci in rappresentanza di circa 8mila produttori, sarà un grande banco d’assaggio con i prodotti di 20 aziende consorziate.

A fare da portabandiera per il Consorzio Vini Colli Bolognesi -realtà che riunisce circa 50 cantine del territorio che si estende da Savignano nel modenese fino a Pianoro sulle colline bolognesi- saranno le cantine Cinti Floriano, Gaggioli, Il Monticino, Manaresi, Nugareto, Tenuta Santa Croce e Tizzano: non solo Colli Bolognesi Pignoletto DOCG, ma tutti i vitigni espressione del territorio, dal Merlot alla Barbera fino alle DOC Bianco e Rosso Bologna.

Una nicchia di mercato che si sta affacciando all’estero: dopo la partecipazione all’ultimo ProWein di Düsseldorf il Consorzio Vini Colli Bolognesi si prepara infatti per il 2017 e il 2018 ad un tour europeo di promozione dell’eccellenza enoica dei Colli Bolognesi, in seguito all’assegnazione del bando regionale per lo sviluppo di attività di promozione e informazione, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale Europeo 2014-2020.

“Il trend di crescita conferma ancora una volta il valore del prodotto” dice Giacomo Savorini, Direttore dei due Consorzi “e l’indispensabile sinergia tra le cantine dei Colli Bolognesi e i grandi produttori del Consorzio Pignoletto.

Sono dati che ci confortano e che ci spingono a lavorare sulla strada intrapresa.

I prossimi appuntamenti internazionali come la London Wine Fair, dal 22 al 24 maggio, ci daranno la possibilità di verificare l’interesse da parte dei buyer e degli importatori stranieri, ai quali stiamo prestando molta attenzione”.


Il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna
Costituitosi nel 2013 per tutelare un vino in grande crescita, trait d’union tra l’Emilia e la Romagna, il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna è l’organismo di tutela e promozione che mette insieme grandi realtà vinicole della regione con piccole realtà artigianali nel nome dello stesso vino, il Pignoletto, che in pochi anni è passato da un'estensione vitata di poche centinaia di ettari agli attuali 1.500 ettari.
L’area di produzione si estende tra la pianura e i rilievi appenninici dell’Emilia Romagna, e trova il suo cuore nell’omonima località Pignoletto nel comune di Valsamoggia (Bo), territorio di confine tra Modena e Bologna.
L’area di pertinenza per la vinificazione e la raccolta delle uve è quella delle province di Bologna, Modena e di parte del ravennate, dalle colline alla pianura che si estende tra i fiumi Reno e Panaro fino al comune di Faenza.
Da poche decine di produttori ai circa ottomila viticultori, che vinificano direttamente o che conferiscono le uve raccolte dalle vigne situate nelle province di Bologna, Modena e in parte del ravennate, il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna è uno dei più grandi d’Italia.
Suo obiettivo è promuovere la produzione di Pignoletto di qualità e sviluppare iniziative per la conoscenza dei suoi pregi, incentivandone la valorizzazione commerciale.
Il Pignoletto prodotto da uve vendemmiate e vinificate entro i confini dei Colli Bolognesi ha ottenuto nel 2010 in riconoscimento della DOCG, con un disciplinare che è stato migliorato dalla normativa nell’agosto del 2014.
La qualifica certifica il livello qualitativo superiore di un vino di particolare pregio, in considerazione delle basse rese e dell’incidenza dei fattori naturali, umani e storici che concorrono a definirne l’eccellenza nella versione Classica e, dal 2014, anche nelle versioni Frizzante e Spumante.
Consorzio Pignoletto Emilia Romagna Presidente Francesco Cavazza Isolani Vicepresidente Ivan Bortot Marco Nannetti Direttore Giacomo Savorini Sede Villa Edvige Garagnani, via Masini, 11, 40069 Zola Predosa (Bo)

Il Consorzio Vini Coli bolognesi
La creazione del Consorzio Vini Colli Bolognesi risale al 1971 e da allora è aperto a tutti coloro che operano nel settore vitivinicolo del comprensorio indicato nel disciplinare di produzione.
Da allora ha storicamente identificato sotto al simbolo della coppa etrusca la DOC Colli Bolognesi e la DOCG Pignoletto. Dal 1992 ha ottenuto l’incarico di vigilanza attribuito dal Ministero dell’Agricoltura e dal 2 dicembre 2003, con successivo Decreto Ministeriale l’incarico Erga Omnes su tutti i vini a D.O. C. del Comprensorio.
Il Consorzio Vini Colli Bolognesi, associazione di imprese agricole senza scopo di lucro, si propone di difendere e tutelare la produzione dei vini DOC Colli Bolognesi e DOCG Colli Bolognesi Pignoletto, incoraggiare la diffusione dei vitigni idonei all’ambiente, sviluppare iniziative per la conoscenza dei pregi dei vini prodotti nel comprensorio ed incentivare la valorizzazione commerciale e la promozione dei prodotti.

Vinitalìy 2017 - Nostra intervista a Giacomo Savorini - Direttore del Consorzio


A tutt’oggi le imprese vitivinicole aderenti al Consorzio sono circa 110 distribuite nella zona di produzione della DOC “Colli Bolognesi” comprendente: in provincia di Bologna, l’intero territorio amministrativo dei comuni di Valsamoggia, Monte San Pietro, Sasso Marconi, Marzabotto, Pianoro ed in parte quelli di Casalecchio di Reno, Bologna, San Lazzaro di Savena, Zola Predosa, Monterenzio; in provincia di Modena parte del territorio amministrativo del Comune di Savignano Sul Panaro.
Grazie all'esperienza maturata in oltre 40 anni di lavoro sullo stesso vitigno, e alle basse rese di uva per ettaro di vigneto, in questo comprensorio si sono raggiunti risultati qualitativi di rilievo assoluto nel panorama enologico nazionale e internazionale.
Il Consorzio Vini Colli Bolognesi collabora a stretto contatto con il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, che si occupa della tutela e valorizzazione della DOC Pignoletto sul territorio emiliano-romagnolo, del quale rappresenta il picco qualitativo.
Consorzio Vini Colli Bolognesi Presidente Francesco Cavazza Isolani Vicepresidente Antonio Capelli Federico Orsi Direttore Giacomo Savorini Sede Via Abbazia, 30/c, Valsamoggia, loc. Monteveglio (Bo)

Il Vino Pignoletto
Versatile piacevolezza Sin dal tipico colore giallo paglierino, dalla trama mai troppo intensa e che in gioventù assume anche riflessi verdolini, il Pignoletto dona anche dal punto di vista olfattivo tratti sempre delicati e di bella nitidezza: i descrittori più classici rimandano ai frutti bianchi e a un timbro floreale che ricorda il biancospino.
Un arbusto, quest’ultimo, non a caso diffusissimo nelle campagne emiliane ed un tempo utilizzato nella formazione delle siepi di confine dei campi.
Al palato è la vena fresca, con un’acidità di bella tensione gustativa, a caratterizzare un sorso che colpisce per la sua schietta beva. Viene prodotto in più versioni: da quella Ferma a quella Frizzante a fermentazione naturale, nonché in quella Spumante, sia metodo Classico che Charmat, e per concludere anche passito e da vendemmia tardiva.
Il Pignoletto dona il meglio di se in gioventù, servito ad una temperatura tra gli 8°e i 10° C. Abbinamenti Ottimo come aperitivo per il gusto fruttato, delicato e leggero; è perfetto con gli antipasti ed in particolare con scaglie di Parmigiano Reggiano, tocchetti di Mortadella, salumi e prosciutto di Modena.
Ideale ‘matrimonio’ con le eccellenze della cucina emiliano-romagnola come i tortellini, le lasagne, le tagliatelle. Ma anche con crescentine, tigelle e borlenghi. Con o senza bollicine a seconda delle portate, il Pignoletto può accompagnare tutto il pasto, fino ai dolci fritti come le raviole, la torta di riso o la zuppa inglese.

Il Vigneto Grechetto Gentile
Il più “rosso” fra i bianchi Vigore vegetativo, buccia spessa, grappolo compatto, maturazione tarda.
Il Grechetto Gentile, storicamente conosciuto come Pignoletto, offre uve versatili che si prestano alla vinificazione in purezza in versione ferma, vivace, frizzante, passita e spumante. Un tempo allevato nella caratteristica 'piantata bolognese', oggi è coltivato in vigne specializzate.
La vite è generosa, le radici nutrono foglie pentagonali e trilobate di colore verde cupo, lucide e lisce superiormente, mentre la pagina inferiore è più chiara.
Il grappolo è di media grandezza, compatto o mediamente spargolo, allungato e quasi cilindrico con alatura. L'acino è medio di forma allungata e di colore verde ambrato.
Il tralcio legnoso è lungo, robusto ed elastico, ma poco ramificato e di sezione ellittica. La coltivazione del vitigno è a cordone speronato e a Guyot.
Il fusto è di buona vigoria su terreno collinare calcareo, argilloso, molto drenato e ricco di micro e macro elementi che danno al Pignoletto quelle caratteristiche e particolarità tanto apprezzate.
Con germogliamento precoce, verso la seconda decade di aprile e maturazione delle uve ai primi di ottobre: le uve sono utilizzate esclusivamente per la vinificazione. Vino d’annata, ma anche per bottiglie di pregio destinate ad affinarsi e durare nel tempo.
Versioni diverse ottenute da uve ricavate da un vitigno iscritto al catalogo nazionale delle varietà di viti nel 1978 e riconducibile al vitigno Grechetto gentile.
Vino garantito da una prima Doc ottenuta nel 1985 e da una DOCG ottenuta per la versione classica nel 2010.

Emilia Romagna si incontrano in un bicchiere
Una terra, il suo vino Terra di confine e terra di castelli quella che si estende a ponente di Bologna per poi, tra Reno e Panaro, allungarsi verso il modenese a sfiorare l’antico limes fra Bizantini e Longobardi. Una lunga fascia ancora oggi punteggiata da borghi e rocche fortificate.
Qui la Romagna sfuma nell’Emilia, il Pignoletto si tinge di Lambrusco e la contesa sulla nascita del tortellino ha trovato un punto di accordo sul borgo equidistante di Castelfranco.
‘Strada dei castelli medievali’, recita il cartellone sull’autostrada del Sole, anche se poi già all’inizio del Rinascimento buona parte di quei fortilizi, nati per difendere il confine dell’Esarcato, vennero trasformati in luoghi di delizia e villeggiatura della più facoltosa nobiltà cittadina.
Terra di boschi e calanchi collegata con le città dalla via Claudia e dalla Strada del vino: percorso d'età medievale tracciato per disposizione degli statuti bolognesi del 1250 proprio per trasportare in sicurezza uve e vini di questi territori verso le principali vie del commercio europeo.
Un percorso che passava dalla Rocca dei Bentivoglio, a Bazzano, sede della Compagnia dei Brentatori, un maniero che del Medioevo ha mantenuto l’involucro.
L’interno è diventato l’appartamento dorato ed affrescato preparato per le nozze di Ginevra Sforza e Giovanni II Bentivoglio.
Alcune sale ospitano il museo archeologico Arsenio Crespellani con le diverse collezioni, dalla preistoria al Risorgimento, che raccontano la storia plurimillenaria di tutta la vallata.
Uno dei pezzi più pregiati è un vaso vinario in bronzo d’età romana decorato da uno splendido Bacco che poggia un braccio su una vite e con una mano esibisce un grappolo di uva.
Il ‘com’è bello andare in giro per i colli bolognesi…’ l’hanno cantato i Luna Pop prima maniera di Cesare Cremonini, capace di raccontare con emozione i sorprendenti saliscendi fra boschi, vigne, chiese e castelli percorsi a bordo di una Vespa 50 Special.
L’ufficio turistico provinciale ha tracciato itinerari consigliati alle motociclette a risalire le vallate di Lavino, Reno e Samoggia con soste consigliate al museo Ducati di Borgo Panigale e ristoro in uno dei tanti agriturismi fioriti nell’ultimo decennio accanto a stalle e cantine.
Via dalla pazza folla, in rustici che conservano il fascino del tempo e dei materiali antichi: il legno, il cotto, la pietra arenaria.
Non sono poche le aziende che hanno scelto la strada dell’agricoltura biologica e molte quelle che fanno vendita diretta al pubblico dei loro prodotti di stagione, a cominciare dal vino e dall'uva.
Il Parmigiano Reggiano ha un ruolo importante nel ripieno dei tortellini, simbolo gastronomico di questa terra, al pari della mortadella Igp che a Zola Predosa, capitale mondiale della produzione di questo insaccato, dà lavoro a centinaia di persone.
L’abbinamento ideale col Pignoletto è stato celebrato in infiniti matrimoni gastronomici.
Le sfogline, con tagliere e matterello, sono le regine della cucina e i primi piatti contendono lo scettro del gusto alle ricette su base di carne di maiale o al carrello dei bolliti.
Nelle ville antiche aleggia la memoria delle villeggiature di Carlo Goldoni, Wolfgang Amadeus Mozart e Napoleone Bonaparte.
E ci sono tanti altri luoghi segnati dal passaggio di personaggi o scrittori importanti come John Grisham, che nasconde in un albergo di Bazzano il suo Broker, o il pittore Francis Bacon protagonista di un’epica sbronza (a base di Pignoletto) in una cantina fra Zola e San Lorenzo in Collina.
Storie e luoghi che si possono visitare prendendosi una pausa di vacanza, ospiti in una delle tante strutture ricettive di un territorio che ha iniziato un percorso di valorizzazione turistica e che si presta ad essere scoperto lentamente, magari lungo uno degli itinerari tracciati dal Cai, o servendosi della ferrovia Bologna-Vignola che attraversa tutti questi territori.
16/04/2017 Lascia commento
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