Un viaggio sospesi tra l’acqua e il cielo: se amate la Provenza e la Camargue, allora dovete andare a Comacchio - Natoconlavaligia

Ultimo aggiornamento 28/06/2019
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Un viaggio sospesi tra l’acqua e il cielo - se amate la Provenza e la Camargue, allora dovete andare a Comacchio. Testo e immagini di Sandro Bolognesi ®




C’è una città dove si incontrano, per il destino della storia,

antiche civiltà, cultura, natura, in un modo così formidabile che
sembra che il tempo resti sospeso nei pochi chilometri che ne
tracciano i confini.

Provate a dosare con sapienza la singolarità di essere
costruita su una serie di 13 isolotti, metteteci un’architettura
quasi immutata nei secoli, una necropoli etrusca di
straordinaria bellezza, combinate il tutto con il mare, il delta del
Po ed una natura così intensa da sembrare quasi dura, allora
siete a Comacchio.

Devono aver fatto lo stesso ragionamento sia le anguille che
dal «mar dei sargassi» si trasferiscono in queste valli per
riprodursi ed i «fenicotteri rosa» che dalla Provenza si sono
spostati qualche decennio fa nelle valli di Comacchio e che
oggi sono circa 15.000.





Gli abitanti di Comacchio, non si sono mai definiti uomini di
mare, casomai di valle, del resto è li che sono piantate le loro
radici, addirittura fin dai tempi degli etruschi, le loro case e la
loro economia, la loro storia.

E’ da quelle acque basse, e un tempo insane, dalle nebbie
autunnali, che hanno tratto il cibo per vivere, il sale per
commerciare e conservare.

Sono diventati per necessità i più abili nella conservazione
del cibo, il pesce in particolare, sono i veri esperti nel
marinare, salare, affumicare. in pratica allungare la vita a
quello che la natura ha loro riservato.

E’ per questa ragione, che una mattina, sono arrivato al
«Bettolino di Foce», dove è d’obbligo fermarsi a mangiare,
un modo anche questo per calarsi nel
la cultura della «valle»,



seguendo un cartello con la scritta IMBARCO, sono salito su
un’imbarcazione che con un ritmo molto slow, mi ha portato in
un viaggio che assomiglia molto ad un viaggio nel tempo.

Il motore della barca con il suo ritmare regolare e quasi
silenzioso ti spinge all’nterno della valle, tra canali invisibili
come antiche arterie che sfociano in un panorama che in
lontananza fa intravedere il mare che visto da questa
prospettiva, sembra un’ipotesi lontana nello spazio e nel
tempo.

La spiaggia, gli ombrelloni, i bambini che giocano, gli aperitivi
immaginati da questa barca sembrano irreali e sconosciuti.

Mi accorgo che non è solo una mia suggestione, un silenzio
innaturale cala sui circa 50 partecipanti all’escursione, si sente
unicamente il lento battito del motore e lo sciabordio
dell’acqua tagliata lentamente dalla prua.







Ci si sente come Marlow alla ricerca del misterioso Kurtz in
«Cuore di tenebra» di Joseph Conrad solo che si stà risalendo
l’antico paleoalveo del Po, alla scoperta dei luoghi di pesca e
di un ambiente insolito e suggestivo.

Anche la natura, i cespugli d’erba, gli alberi «tamerici» in
lontananza sono plasmati dal vento salmastro e resi duri e
resistenti dallo scandire delle stagioni e del tempo.

Appena partiti, si ha l’impressione di essere sospesi tra
l’acqua ed il cielo, peraltro senza una linea di orizzonte molto
definita, sembra una bolla sulla quale vedi camminare,
sospesi per poi prendere il volo i magnifici fenicotteri rosa, ed
altre centinaia di uccelli acquatici.

In sospensione sembrano anche le vecchie Stazioni da
Pesca, i casoni, appoggiati sull’acqua che appaiono in queste
antiche «paludi».















Certo, non cosiglierei questo itinerario al turista distratto in
cerca di immagini da cartolina, cieli tersi, acque limpide e
trasparenti, però sono sicuro che il viaggiatore attento, da
questo breve itinerario, dura circa 2 ore, potrà trarre emozioni
autentiche, potrà vedere le forza della natura, l’opera
dell’uomo che con rispetto vive a contatto con l’ambiente.

L’ecosistema del Delta del Po, non a caso è riconosciuto
dall’UNESCO patrimonio dell’umanità.


Capisco che questo piccolo «diario di un’escursione» non
risponda a classici canoni di promozione turistica, ma
credetemi, vale la pena provare questa esperienza, due ore
spese bene alla ricerca della camargue sotto casa.


23/08/2017 Lascia commento
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